venerdì 21 agosto 2020

una partita a tre


Mt 22,34-40

Avete mai giocato una partita, ad esempio di calcio, a tre squadre? Forse capita, giocando due squadre alla volta, come nelle qualificazioni dei campionati ecc. Ma la differenza sta nel fatto che in questo caso si sa contro chi si gioca. Nel Vangelo di oggi abbiamo una competizione a tre, ma non del tutto consapevole. Il brano si apre con il richiamo del fatto che Gesù, con un suo intervento, ha chiuso la bocca ai sadducei. Dunque, 1-0 per Gesù. Ora ci provano i farisei. Lo fanno contro Gesù o contro i sadducei? Sappiamo delle differenze tra le due sette, farisei e sadducei, sappiamo della competizione. Ma sappiamo pure che Gesù stava scomodo a tutt'e due i gruppi. E, come spesso in questi casi, quando c'è un nemico comune, ci si unisce. Triste, se pensiamo che è il male che diventa il collante tra loro. Ma, ecco che l'attacco dei farisei viene respinto e sembra che Gesù gli stia facendo un gol. Ma non basta: è Lui che riprende in mano la situazione, nei versi seguenti. E non solo conferma che è Lui quello vincente, ma aggiunge un altro gol. 
Ora tutto questo discorso "sportivo" a cosa ci serve? A pensare che la nostra vita di fede e di relazione con Dio, non è un gioco, in cui qualcuno deve arrivare a un risultato, quasi fare un gol a Dio e costringerlo a giocare a nostro favore. I farisei e i sadducei si inventano delle strategie, per far sbagliare a Gesù, per coglierlo in fallo. Dimenticano che la moneta di Gesù è la gratuità ed è precisamente per questo che lui riconduce il tutto ad un'unica fonte e culmine, che è l'amore. D'altronde è proprio per questo che i due schieramenti si trovano confusi e disorientati: è un risultato che non conoscevano. Sono stati sconfitti da uno che non ci è stato al loro gioco, non conosceva le loro regole e i loro schemi. In poche parole sono stati sconfitti dall'amore gratuito, cosa che ora ancora non comprendono, ma comprenderanno più avanti, quando questo "ingenuo" non sfuggirà nemmeno dalla croce, per dar loro prova di questo amore, che disarma tutto e tutti, che abbatte le competizioni, che rende tutti fratelli, livellando le differenze, che innescano appunto i meccanismi competitivi. Questa partita a tre finisce con la vittoria dell'amore e lascia interdetto il desiderio di dominare. Al di là del fatto che lo capiscano o no, è una partita vincente per tutti. 
 

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