lunedì 12 ottobre 2020

il Segno

Lc 11,29-32


Oggi è proprio la giornata giusta per riproporci la questione dei segni. Come è infine questa storia dei segni nei confronti di Dio...? Bisogna domandarli, ci si può credere? Gesù è molto chiaro in questo episodio. Non dice che non ci sarà nessun segno, dice che non ce ne sarà altro al di fuori di quello di Giona. Che poi sarebbe Lui stesso per la sua generazione. Nei tempi bui, come percepiamo che siano anche i nostri, non significa che i segni non ci sono. Significa che esiste un segno fondamentale, senza il quale non regge nulla, non regge nessuna simbologia e nessun credo. E che se non troviamo e non leggiamo quel segno, inutile che inseguiamo tanti altri, falsi segni. Non a caso San Giovanni Paolo II tanto spronava la chiesa a leggere i segni dei tempi. E questi segni dei tempi non sono delle cose magiche che vengo da chissà quale speculazione intellettuale di noi,  abituati a inseguire e a cercare una verità assoluta, in dei concetti. I segni dei tempi sono passi di quel Signore che abita il mondo e che ha introdotto il Regno qui tra noi. Dunque è Lui il segno fondamentale, senza il quale non possiamo scorgere nulla di buono, non vediamo l'amore. Quando il buio non ci permette di sentire, di rallegrarci con chissà quali fuochi d'artificio... è allora che siamo chiamati a cercare il segno fondamentale, la Presenza che dona un senso profondo ad ogni cosa, ad ogni epoca e ad ogni avvenimento della nostra vita. Allora non importa quanto sia buio (ricordiamoci che ogni epoca da quanti la vivevano veniva chiamata "buia"), perché resta un senso più profondo a tutto. Direbbe Santa Teresa, la santa di oggi: solo Dio basta. Ed è vero: qui, in mezzo a noi vive Uno che è più grande di Giona e Salomone messi insieme. E' Lui che dà la vita al mondo e gliela dà anche attraverso di noi, cercatori instancabili della sua presenza. 

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