lunedì 19 ottobre 2020

non salvare il mondo

 



Lc 12,13-21

E così, stranamente, nemmeno il Salvatore se la sente di salvare "tutto e tutti" e risponde a chi invoca la sua "mediazione": "chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?" E' una straordinaria lezione di libertà, quella capacità di dire: "no, non posso, non tocca a me", quando questo è vero. E comporta anche il rischio di essere giudicati, ritenuti non disponibili, ecc. ecc. Tutto sta nel porci la domanda se noi siamo disposti a correre questo rischio, a tutela di noi stessi, per raggiungere l'equilibrio che spetta a quella maturità che comporta il sapere che non siamo noi a salvare il mondo. Ma la libertà qui si confonde facilmente con il menefreghismo, purtroppo. Dobbiamo capirci bene: Gesù non interviene non perché si è stufato delle richieste che gli vengono fatte, ma perché non ce n'è necessità. E' capace di lasciare le persone che agiscano nella loro vita, non si sente in colpa, né è arrabbiato. Capita che non sappiamo distinguere dove dobbiamo intervenire e dove no, perché ogni intervento ben riuscito ci porta un ritorno affettivo, siamo stimati, amati, visti. E quindi diventiamo dipendenti affettivamente, non direttamente dalle persone, ma da questo ritorno, che abbiamo da loro. La libertà ci permette di sapere che abbiamo bisogno di essere amati, ma che non dobbiamo comprarci questo amore, intervenendo sempre e dovunque. Come sempre, si cresce "facendo esercizio", si impara a non dipendere. E si impara, che salvaguardare le verità spirituali, quali il dovere della carità,  si può anche senza sentirsi in dovere di fronte a qualsiasi causa, sempre e dappertutto. 

Nessun commento:

Posta un commento