Mc 12,13-17
Discorso difficile e delicato oggi. Si sa, le tasse sono sempre troppe, danno sempre la sensazione che lo stato ci stia derubando... in questo tempo della pandemia, diventano parte dell'incubo di tante famiglie... c'è più scoraggiamento, che non speranza.
Per questo il Vangelo di oggi ci stuzzica e mette in discussione a tutti i livelli. E sarebbe comodo dunque se Gesù ci dicesse oggi proprio questo: no, dai, basta, lascia perdere, sono tutti ladri. Ma Gesù non porta questo messaggio, anzi. Sa benissimo che fare la Volontà del Padre significa vivere e coltivare non solo quelle che sono le dimensioni del Tempio, ma anche il mondo, dunque la responsabilità che comporta la vita nel mondo. Non si lascia intrappolare, dove vogliono far vedere che lui, rivoluzionario come è, minaccia il potere. Le radici infatti del suo Regno non sono di questo mondo, come dice lui stesso, eppure lui stesso porta nel mondo il Regno. La Basileia, appunto il Regno è Lui stesso. E rimane in questo mondo, fino alla sua fine. Lo viviamo e testimoniamo anche noi, quando troviamo un giusto modo di vivere in questo mondo, che Dio ha tanto amato da dare il suo Figlio. Quasi verrebbe da dire che Gesù per primo ha promosso la laicità dello stato. Lui, che non ha fatto distinzione tra giudei e pagani, nella sua missione terrena, ora afferma la nostra responsabilità per il bene comune che riguarda il nostro vivere nella società. Anche ai suoi tempi si diceva dei governanti che erano ladri, tant'è vero che ribadisce: fate quel che vi dicono, ma non imitateli.
L'idea delle tasse dunque è quella per la vita, per la vita di tutti, per il bene comune, quando rende tutti noi uguali, nessuno privilegiato, ma neanche discriminato. Cos'è successo con questa idea? Il discorso basato sul Vangelo di oggi, non vuole sminuire la realtà pesante che stiamo vivendo. Resta sempre vero che noi non abbiamo i mezzi necessari per affrontare tante cose a livello economico. Dio non ci dice di disobbedire, ma ci chiede una creatività solidale. Esattamente la stessa creatività che si è messa in moto durante la quarantena, quando abbiamo condiviso anche i beni che avevamo, per dar da mangiare a tutti e quando abbiamo sperimentato che abbiamo risorse per tutti, solo esse sono mal distribuite. Ciò che infatti non ci viene assicurato "dall'alto", possiamo cercarlo insieme "dal basso". Perché a Cesare occorre dare ciò che è suo, ma darglielo aiutandosi e sostenendosi a vicenda non è lo stesso che disperarsi facendo gli sforzi solitari. Una nuova economia (oikonomia), insomma, amministrazione della casa, del nostro mondo, di cui abbiamo la responsabilità comune.
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