Siate pronti! Queste parole del Signore oggi mi hanno fatto molto riflettere. Ho pensato a quelle persone, che pensano di dover essere sempre all'altezza della situazione e sempre pronti a tutto ma... non appena capita un imprevisto, si bloccano. E' un'esperienza che è capitata ad ognuno di noi nella vita. Tuttavia per qualcuno è condizione in cui vive. Qual è la differenza tra la prontezza e l'ansia? Tutte e due partono dalla considerazione sul futuro, fosse anche prossimo. L'ansia infatti è la condizione di chi vive talmente attento al futuro da vivere male il proprio presente non essere in grado di viverlo per la preoccupazione per il futuro. Ha bisogno di una massima sicurezza su ciò che accadrà, vuole controllarlo, vuole evitare errori o/e imprevisti. Non così per la prontezza di cui oggi ci parla il Signore. Essere pronti significa vivere nella serena consapevolezza che l'imprevisto può accadere, qui ed ora e che esso fa parte della vita anche se non lo si può capire prima che accada. Esattamente come quel padrone che, arrivando e trovando i servi che lo accolgono, inaspettatamente si mette lui a loro servizio. E' un imprevisto questo! Potrebbe generare l'ansia per la risposta: "cosa dovrò fare ora? come comportarmi? va bene? non va bene? cosa dirà la gente?" ecc.ecc... La prontezza è vita, mentre l'ansia è il timore della sua perdita. Sicuramente a ciascuno di noi è capitato di sperimentare per qualche motivo quell'ansia che arriva ad accorciare il nostro respiro. Ecco questo è desiderio di vita: chi vive, respira calmo, con larghezza di polmoni, se così si può dire, pronti ad accogliere ciò che viene. Chi invece è portato dall'ansia, ha il respiro corto, sente che la vita gli sfugge, boccheggia, cerca la vita... resta infelice, perché incapace di ricevere la novità non calcolata, che inevitabilmente arriva. Siamo nei tempi in cui ne soffre tanta gente, perché tanti strumenti abbiamo inventato per darci sicurezza, che deve, prima o poi sgretolarsi per far spazio alla possibilità di riacquistare la libertà. Beato invece cioè felice è chi vive pronto: serenamente capace di accettare le cose così come vengono (senza idealizzare ovviamente anche l'ansia fa parte di una vita normale, fino a quando non impedisce di vivere fondamentalmente tranquilli), chi sa fin nel profondo del suo cuore, che non è padrone della propria vita, ma che il suo "padrone" è, appunto, imprevedibile nell'amore.
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