Mt 13,24-43
Cosa può dire una persona umana al proprio animo, vedendo come esso tende sempre alle cose più grandi, più nobili, più elevate, rispetto a ciò che già è, possiede ecc.? Quale il lavoro interiore da fare, che faccia sì che l'uomo viva serenamente e in pace il fatto che, mentre tende sempre verso l'alto per natura, riesce realmente a stare nella pace solo se riconosce e ama la sua piccolezza? Non stiamo qui oggi a fare dei trattati di scienze umane, psicologiche... tuttavia la domanda senz'altro ci si pone. Sant'Agostino parla del cuore inquieto finché non giunge a riposare in Dio, finché non arriva a Lui, dunque parla di una tensione verso l'infinito, una tensione che "sfinisce" l'uomo, sì, ma solo se Egli pensa di poterci arrivare attraverso una falsa perfezione da raggiungere con le proprie forze. Il punto da tenere presente è questo: Dio, non avendo bisogno dei nostri sforzi, ma amando alla follia la sua creatura, è venuto tra noi. Ed è questo il senso del Regno di Dio di cui parla Gesù. L'ha portato lui e non c'è bisogno che ci sforziamo per introdurlo nel mondo, perché c'è già. Il nostro compito cristiano è farlo venire fuori dagli eventi, dalle circostanze, dalle persone. Ma prima di fare questo bisogna che siamo convinti che è già qui, bisogna che siamo donne e uomini di speranza, risorti. Ecco dove acquista il senso la consapevolezza della nostra piccolezza. Essa è rivelazione del Regno. Se pretendiamo di essere e/o di mostrarci grandi, intanto inciampiamo nella falsità, perché il limite e la limitatezza, fanno parte integrale della nostra vita. Mentre la capacità di sentirci piccoli ma amati, è proprio quel canale per far venire fuori il Regno nascosto nelle pieghe della vita. Il granello di senape: una realtà quasi invisibile, eppure di un'efficacia straordinaria. Infatti, noi non siamo infiniti, noi siamo solo coloro che fanno partire delle reazioni a catena. A un certo punto, il nostro compito finisce, perché siamo solo strumenti. Ma che strumenti! Collaboriamo al piano della salvezza! Dunque, occorre osare la piccolezza, occorre tornare sempre e sempre di nuovo, quando si affaccia la tentazione della grandezza "fai da te", a Colui che è sorgente e fine di ogni cosa. Solo il guardare l'uomo - Dio ci permette di coniugare e integrare all'interno della nostra persona umana, la sua innata piccolezza e l'altrettanto innato desiderio di grandezza, desiderio di Dio. Il diavolo si nasconde nei dettagli, si usa dire. Sì, ed è così proprio perché nelle piccole cose di ogni giorno si nasconde anche il Regno. La lotta tra il male e il bene, la bellezza e la bruttura avviene lì. E il Regno vince, quando noi stessi siamo capaci di riconoscere in queste piccole cose, il passaggio di Dio.
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