Lc 11,5-13
Non sopporto gente insistente. Mamma mia, quanto non la sopporto!!! Di conseguenza, odio dover insistere, perché non faccio vivere agli altri ciò che io stessa odio. Questo Vangelo oggi mi sta scomodo da morire... lo confesso! Non andrei mai a chiedere, nemmeno ad un amico, a mezzanotte, il pane per sfamare chi è giunto presso di me. Piuttosto mi arrangio con quel che ho in casa. Già, perché io comunque in casa ho sempre qualcosa... eh sì, appartengo a quella minoranza fortunata degli abitanti del mondo, a cui non manca il pane. Questo fa sì che a mezzanotte non devo rompere le scatole a nessuno. Ma mi metto a fare la riflessione esattamente dall'altro punto di vista. Chi è colui che mi rompe le scatole, insistendo? Cosa mi comunica? Mi dice, appunto, che non è autosufficiente, che non ce la fa da solo. Dice: ho bisogno di te. Mi interpella nel mio punto debole, quello di possedere una sufficiente "ricchezza" da potermi ritenere indipendente. Ecco cosa fanno con noi i fratelli più deboli, poveri, bisognosi, tanto insistenti da poter dire legittimamente: basta! Ci riportano alla necessità dell'equilibrio tra l'autonomia e l'interdipendenza. Perché se è vero che ognuno di noi ha il diritto e il dovere di cercare la sana autonomia, è altrettanto vero che siamo tutti collegati e non possiamo vivere, se non in relazione con l'altro. Bussare alla porta dell'altro a mezzanotte, è simbolo di un bisogno che non si può rimandare, simbolo di una ricerca disperata di chi non ce la fa. Viviamo nei tempi in cui, per alcuni bisogni dei poveri, ma anche per le condizioni in cui si trova il pianeta, è mezzanotte e il bussare alla porta è il minimo che si possa fare. Siamo disponibili ad alzarci e a dare la nostra disponibilità?
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