Si cammina comodamente, quando qualcuno ci dice esattamente dove mettere i piedi. Non sbagli, non sbordi, non ti rimprovera nessuno, non rischi insomma. Beh insomma comodamente però solo fino a un certo punto. Mettere i piedi esattamente laddove ti dicono, richiede molte energie e ci stanca. E all'improvviso potremmo trovarci non liberi, e cioè con un senso della schiavitù dentro. Il cammino della vita, lungi dall'essere tutto preordinato, dovrebbe essere un cammino nella libertà, la quale sceglie sempre il bene e la vita. E già da qui capiamo che la schiavitù non va dunque d'accordo con questo tipo di cammino. E parliamo evidentemente del cammino cristiano. L'antico popolo d'Israele camminava su due certezze: la legge e i Profeti. E guai a chi sbordava. E poi nacque Cristo. E quando uscì a fare la sua attività dopo trent'anni a Nazareth, fu subito scomodo perché man mano percepito come quello che trasgrediva la Legge. Il capitolo 5 di Matteo che leggiamo in questi giorni, se ci ricordiamo, inizia col il discorso della montagna. E' un modo nuovo di vedere la vita e le leggi. Noi diciamo che lui era trasgressore, bene, dopo il brano che leggiamo oggi Gesù sembra che non solo riprende la legge ma entra proprio dentro e regala il senso profondo di essa. Quindi non più la lettera, la forma, ma il contenuto, non norme osservate, ma motivazioni. Vuole sensibilizzare la nostra coscienza, il nostro cuore, vuole che lo mettiamo in moto insieme al cervello. Vuole sottolineare che camminare in una legge è scegliere la vita. Non discutere con le leggi e le prescrizioni, ma semplificarle, in modo da tornare pian piano all'essenziale, cioè quello da cui è tutto iniziato: amerai il Signore tuo Dio e il prossimo come te stesso. Ecco perché Gesù si affretta a dire oggi che vuole compiere la legge e i Profeti e non abolirli. Perché ogni compimento nella nostra vita sta nel tornare all'essenziale. Siamo stati costretti abbondantemente a questo, con la pandemia. E' proprio per questo che siamo chiamati a "dare compimento", cioè a scegliere insieme ciò che favorisce la nostra vita (personale, familiare, comunitaria). A fare una sorta di imbuto, appunto, scartando ciò che complica e restando su ciò che importa: l'amore verso Dio e verso gli altri.
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