Mt 10,26-33
E' curioso osservare quanto tempo ed energie dedichiamo alla cura della nostra esteriorità, per apparire "come si deve" (e come si deve???).
E' curioso vedere come spesso non ci permettiamo di essere noi stessi, ci neghiamo certe espressioni della nostra personalità (ovviamente quelle che non nuocciono agli altri), perché magari non sono gradite a qualcuno oppure creano scompiglio nei nostri rapporti sociali. Come se in noi restasse una sorta di timore di non essere considerati, riconosciuti ecc ecc... Oggi nel Vangelo Gesù ci dice di non preoccuparci di chi ci "uccide" o fisicamente o comunque esteriormente... ma di preoccuparci quando qualcuno ci tiene legati dentro, capace di "ucciderci" interiormente. Questo succede quando siamo succubi delle persone, quando facciamo cose per piacere agli altri, rinunciano alla fedeltà a quello che siamo e pensiamo davvero. Questo succede quando siamo talmente dipendenti dalle opinioni, da seguire i pensieri degli altri, per incastrarci perfettamente in ciò che a loro piace. E, attenzione, spesso chiamandolo "carità". "Lo faccio per questa persona per farle un atto di carità"... e intanto in realtà continuo ad andarle dietro, indovinando i suoi desideri e i suoi pensieri e rinunciando alla mia vita. Quasi certamente ognuno di noi è impigliato in una cosa del genere: chi più e chi meno. Oggi la domanda che ci possiamo porre, riguarda proprio questi nodi presenti nella nostra vita: dove sono bloccato, in una relazione o in delle relazioni, in rapporto ad una cosa/a delle cose, tanto da non essere libero interiormente? A noi la risposta, per poterci slegare, e volare verso una libertà sempre maggiore.
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