martedì 19 maggio 2020

mi fa volare

Gv 16,5-11 

La tristezza si affaccia al cuore dei discepoli quando Gesù parla loro di doversene andare. Ma come? Non se n'era già andato una volta, morendo? Ora ci lascia di nuovo? E' la stessa tristezza che prova il figlio quando lascia la casa paterna, condivisa dal genitore che deve lasciarlo andare. Il genitore, Gesù, deve andarsene, deve fare un passo indietro, per far spazio a noi... affinché possiamo accogliere lo Spirito, che ci abilita a fare tutto ciò che Gesù stesso ci insegna. C'è un momento così nella vita di ogni famiglia, in cui il genitore fa un passo indietro perché comprende che, dopo aver trasmesso al figlio determinati valori, modi di vivere, ora deve lasciare che egli stesso si sperimenti nel vivere concreto. E' esattamente lo stesso meccanismo. Se non me ne vado non verrà a voi il Paraclito. Cioè non potrete tirare fuori dai vostri cuori quell'anelito e quella capacità di ricerca, che vi permetterà di essere amici dello Spirito e suoi seguaci. E' un Dio umile il nostro. "Scompare" dalla scena, per far passare il suo amico Consolatore. E ci dà tanta, ma tantissima fiducia, perché ancora una volta fa risaltare la nostra libertà e ci permette di essere adulti nella fede. Davvero, "ci fa volare", cioè ci fa compiere dei grandi passi  per la nostra vita e la vita del mondo, se lo vogliamo. Tra pochi giorni si rinnova per noi il dono dello Spirito. Gioco eterno tra la lontananza e la vicinanza di Dio. Spalanchiamo i cuori, per averli pronti, quando verrà! 

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