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Gv 14,15-21
Potrebbe far venire il mal si testa, il discorso di Gesù, sulla sua visibilità/invisibilità. E' ancora sulla terra, però tra poco il mondo non lo vedrà, ma lo potremo vedere noi, perché Egli vive e noi viviamo. Cosa significano queste misteriose parole? Beh, noi sappiamo in avanti cosa succederà tra poco... Lui ascenderà al Padre e ci manderà lo Spirito Santo. E infatti la questione riguarda tutta proprio la capacità di vedere. Il mondo, in questo caso inteso come quelli che di Dio non ne vogliono sapere, in parole povere, non lo vedrà. Ma non perché Lui non sarà più presente sulla terra, ma non lo vedrà proprio perché non lo vuole vedere, appunto perché non gliene importa nulla. Noi potremo vederlo, perché Lui rimane, vivente tra noi. Certo non fisicamente, camminante sulle nostre strade, ma in prospettiva, guardando e vedendo più lontano. Una presenza fisica di una persona amata, spesso nella nostra vita fa sì, che ci concentriamo talmente su di essa, che quando viene meno, improvvisamente non sappiamo più come guardare il mondo. Invece il Signore se ne va fisicamente, per invitarci ad allargare lo sguardo... di vedere non più solo in noi e vicino a noi, ma anche in prospettiva, la sua presenza in ciò che è anche lontano da noi. Perché egli, essendo il Vivente, vive nell'universo. Ed è questo il modo in cui Egli viene da noi, ogni giorno. Precisamente questa è prova che non ci ha lasciati orfani. Lo Spirito che Gesù manda, è il testimone della sua presenza nel mondo. Dunque, è lui che ci aiuta a guardare in prospettiva, facendo sempre nuove tutte le cose e insegnandoci a vedere il tutto in ogni frammento, la bellezza in ogni cosa bella, anche la più piccola.
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