mercoledì 27 maggio 2020

siamo tutti collegati

Gv 17,20-26

Alla luce del Vangelo di oggi, mi sembra di poter dire che il cristiano è l'uomo con una sorta di tentacoli. Gesù infatti non prega solo per noi che ascoltiamo la sua Parola, ma anche per coloro che da noi saranno raggiunti o meglio per coloro che saranno raggiunti dalla sua Parola, attraverso di noi. Ovviamente Gesù non parla di proselitismo o di tanto chiasso da fare attorno a sé: quello riguarda coloro che sono convinti di essere loro gli artefici della salvezza del mondo e degli altri. Invece chi comprende che è semplicemente strumento e in quanto tale dà il suo contributo, ma ha bisogno di essere nelle mani del Costruttore, non pretende di fare chissà quali spettacoli. Si fida e sa, che la Parola di Dio sa agire anche senza la sua piccolezza, eppure, come disse una volta Giovanni Paolo II, Dio ha voluto aver bisogno di noi, per portare la sua Parola. Ecco che Gesù, prima di congedarsi dal mondo, prega già per tutti coloro che noi incontreremo sulla nostra strada, perché vuole entrare nella loro vita. Ma restiamo desti: sarà Lui a fare tutto, se noi ci rendiamo disponibili per Lui. Ragione per cui il cristiano non è chi urla molto, ma chi fa parlare molto Dio tramite la propria vita. Ecco, ancora una volta: opere e atteggiamenti e non parole. Con gioia e coraggio, consapevoli che Egli è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. 

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