domenica 10 maggio 2020

tornare a casa

Gv 14,1-12 

Molti di noi, in questo periodo di pandemia, non riuscendo a rientrare a casa propria, al luogo a cui sentono di appartenere, hanno sentito fortemente lo smarrimento che riguarda la minaccia dell'allontanamento duraturo dal luogo che dà sicurezza. Di certo non ci è mancata la casa in sé, ma ciò e coloro che la abitano. Chissà quanti di noi abbiamo riflettuto sulla nostra vera appartenenza... Ci dice Gesù nel Vangelo che è lui che ci prepara il posto presso il Padre e ci porterà laddove noi apparteniamo da sempre e per sempre, anche se abbiamo paura di questo luogo, che luogo non è, di questa dimensione sconosciuta. La sicurezza tuttavia anche in questo caso non è però data dallo spazio in sé da occupare, ma dalla relazione, dalla vicinanza con colui che ci ama per eccellenza e che è sorgente e fine di ogni nostro affetto. Forse questi sono i tempi per fermarci e guardarci dentro, per capire quanto apparteniamo a questo "posto" che Gesù ci va a preparare, cioè a questa relazione d'Amore che va scritt con la A maiuscola, perché a differenza di altri amori, non passa ed è punto di riferimento tanto stabile, quanto basilare. Perché senza appartenere a questo Amore, qualsiasi nostra dimora terrena non resta che surrogato di questa, mentre ogni appartenenza radicata in questo Amore, diventa feconda e sanante.














Nessun commento:

Posta un commento